Coronavirus: comportamenti responsabili e discernimento concreto e puntuale

La situazione sanitaria sta evolvendosi, ma sono ancora possibili le celebrazioni, l’esercizio del culto e le proposte formative.

Innanzitutto, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 novembre scorso precisa meglio i DPCM precedenti: «L’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro; le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni di cui agli allegati da 1, integrato con le successive indicazioni del Comitato Tecnico-Scientifico» (Articolo 1.9.p/q).

Per le celebrazioni, come ormai capita da tempo, continuiamo quindi ad attenerci alle indicazioni del decreto vescovile del 19 maggio (Prot. SV 279/2020), con le deroghe del CTS arrivate nel corso dell’estate (in merito ai guanti, agli sposi, ai sacramenti, ai cori, ai congiunti e alla capienza delle chiese). Ci sia il massimo rigore nel rispettare le ormai note indicazioni liturgiche (riportate nella Nota del 20 ottobre scorso, Prot. 1760/2020), a favore del bene della salute di cui siamo responsabili.

In secondo luogo i comportamenti e le scelte di questo momento domandano un discernimento concreto e puntuale che non può essere uguale per tutti. Per quanto riguarda, ad esempio, la celebrazione dei sacramenti, occorre che i parroci, gli operatori pastorali e gli organismi pianifichino responsabilmente le loro proposte in base alle situazioni specifiche (esigenze legittime, spazi, numeri, circostanze, situazione sanitaria locale). Qualora si ritenga opportuno procedere con le celebrazioni, lo si faccia con le dovute attenzioni previste dalla normativa; qualora si ritenga opportuno sospenderle, la decisione sia condivisa con tutti gli interessati. Si possono anche celebrare i sacramenti con le famiglie favorevoli a farlo, prevedendo una data futura per quelle che invece sono più a disagio e portano validi motivi. In ogni caso e per quanto possibile, le decisioni non siano tassative e lascino spazio alla decisione personale. A margine di questi discorsi, ricordo che il DPCM annota: «Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose» (Articolo 1.9.n).

Per quanto riguarda gli appuntamenti della catechesi, si osservino criteri analoghi a quelli proposti sopra e si tenga in considerazione l’allegato 8 al nuovo DCPM come migliore riferimento per le attività di Iniziazione cristiana e formazione in presenza. Riguardo, invece, alla formazione degli adulti e di altri gruppi, ricordiamo la possibilità degli strumenti social, così come l’eventuale articolazione di questi con gli incontri in presenza. Per gli appuntamenti serali, si ricordi che «Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute» (Articolo 1.3).

Le comunità cristiane siamo chiamate a porre gesti positivi e responsabili allo stesso tempo, ben immaginando che la convivenza con la pandemia non si risolverà a breve. Affidiamo questo tempo, il nostro cammino e le decisioni da prendere all’intercessione di Tutti i Santi della Chiesa di Padova che oggi la liturgia ci invita a celebrare.

Comunicazione del vicario generale ai parroci, giovedì 5 novembre 2020

(Diocesi di Padova)

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