Cavinato (ZP): «Attacco del Marocco al popolo Saharawi: tuteliamo la dignità e il diritto all’autodeterminazione del Sahara Occidentale»

Venezia, 16 dicembre 2020 – «Dopo 29 anni di cessate il fuoco, il Marocco ha rotto la tregua nel Sahara Occidentale e, venendo meno agli accordi internazionali, ha disperso con la forza una manifestazione organizzata dai Saharawi. Questo popolo pacifico, formato dall’unione fra tribù arabe e berbere di lingua araba e religione musulmana, da più di 40 anni vive in parte relegato in campi profughi in Algeria e in parte proprio nel Sahara Occidentale occupato illegalmente dal Regno del Marocco. Proprio qui, il 13 novembre scorso, il Marocco ha deciso di reprimere con la forza una manifestazione organizzata dalle donne saharawi che protestavano contro l’aperura di una strada per il trasporto di risorse naturali depredate dal loro territorio, in palese violazione delle norme internazionali stipulate sotto l’egida dell’ONU. Non possiamo restare a guardare: l’Italia, che ha partecipato alla missione per il monitoraggio della tregua tra Marocco e l’organo politico della Repubblica Araba Democratica Saharawi, deve condannare duramente questa aggressione e fare tutto ciò che è in suo potere per riportare la pace in quest’area martoriata, anche sollecitando il referendum di autodeterminazione per il Sahara Occidentale». A dirlo è Elisa Cavinato, consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente, che ha presentato una risoluzione al riguardo.

«Nella crisi globale conseguente alla pandemia Covid-19, non possiamo tollerare che in Nordafrica si apra un nuovo fronte di guerra – continua Cavinato -. L’Italia, compatibilmente con le misure sanitarie legate al coronavirus, deve predisporre misure umanitarie adeguate ad aiutare i Saharawi. Parallelamente, con la risoluzione chiedo alla Giunta regionale del Veneto di promuovere un’immediata cessazione delle ostilità tra le parti in causa e di confermare il proprio sostegno a una pacifica autodeterminazione della popolazione del Sahara Occidentale, nel rifiuto di ogni azione violenta».

(Lega Nord)

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