Legambiente: “Il Fratta Gorzone è un fiume dimenticato. Smettetela di nascondere la polvere sotto il tappeto”

Comunicato stampa                             Cologna Veneta, 24 giugno 2022 


Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire
Legambiente: “Il Fratta Gorzone è un fiume dimenticato. Smettetela di nascondere la polvere sotto il tappeto”

Approda a Cologna Veneta (VR) “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire la campagna itinerante di Legambiente Veneto  realizzata in collaborazione con ARPAV per sensibilizzare ed informare i cittadini sullo stato di salute dei corsi d’acqua. In occasione della tappa sul fiume Fratta Gorzone, un corso d’acqua afflitto da numerose problematiche e per questo osservato speciale da Legambiente che con il Circolo Legambiente “Perla Blu” di Cologna Veneta organizza sabato sera 25 giugno 2022 alle ore 20:30 nel teatro Comunale di Cologna Veneta un incontro pubblico per mettere sotto i riflettori lo stato di salute del fiume e presentare la proposta di un percorso operativo per la bonifica e il risanamento del Fratta Gorzone. All’evento intervengono: Francesco Tosato, Portavoce Operazione Fiumi; Piergiorgio Boscagin, circolo Legambiente Perla Blu; Alessandro Tasinato, Portavoce del Coordinamento per il risanamento del  Fratta Gorzone; Luigi Lazzaro Presidente Legambiente Veneto; Andrea Minutolo, Responsabile Scientifico Legambiente nazionale.


I parametri osservati dalla campagna di Legambiente di quest’anno, oltre al famigerato batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque – saranno Ftalati e Glifosate. Il glifosate è un erbicida di sintesi utilizzato da circa 40 anni in maniera massiccia in agricoltura mentre gli Ftalati sono una famiglia di sostanze chimiche riconducibili alla degradazione delle plastiche. I dati raccolti dai volontari di Legambiente  – che verranno raccolti in un dossier conclusivo – sono fotografie puntuali di un tratto di fiume in quel momento per cui i risultati non sono estendibili in linea generale, ma consentono comunque di mettere in evidenza possibili criticità. 

Per il Fratta Gorzone sono tre i punti monitorati: a Cologna Veneta, Vighizzolo D’Este ed a Cavarzere nei pressi della sua immissione nel Brenta. Per quanto riguarda gli escherichia coli i campioni prelevati sono risultati in tutti e tre i casi sotto il valore di 1000 (MPN/100ml). Si sottolinea che per gli escherichia coli qualora si superi il valore di 1000 (MPN/100ml), si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo e che il limite consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml).  La fotografia scattata dai volontari di Legambiente è meno critica del 2021 quando in due punti su 3 i valori riscontrati furono ben superiori ai limiti consigliati allo scarico, con 24196 MPN/100ml a Cologna Veneta e 6131 MPN/100ml a Vighizzolo D’Este. Un dato puntuale che per Legambiente è bene ricordare e non sottovalutare, e per il quale l’associazione ambientalista invita le Amministrazioni Locali a mantenere alta l’attenzione verso la presenza di eventuali scarichi o sversamenti illegali.

 

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Se da un lato i dati analizzati dimostrano un parziale miglioramento delle condizioni delle acque del fiume relativamente alla presenza di escherichia coli, appaiono invece immutate le condizioni che rendono il corso d’acqua ancora pesantemente contaminato da: Pfas, metalli pesanti, cromo totale, cloruri e solfati, sostanze che si immettono nel fiume all’altezza di Cologna Veneta, in particolare attraverso il collettore fognario A.Ri.Ca (collettore che raccoglie i reflui dei cinque depuratori di Trissino, Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello e Lonigo).

Il bacino del fiume Fratta-Gorzone interessa le province di Vicenza, Verona, Padova, Venezia, sia in modo diretto (per il fatto che l’asta principale del corso d’acqua attraversa questi territori) sia in modo indiretto (per la molteplicità di fossi e canali che ne derivano l’acqua utilizzata a scopi irrigui). Nel 2000 la Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE fissava l’obiettivo di risanare il fiume a un livello di qualità “buono”. Nel 2016 tuttavia, in occasione del suo aggiornamento, il Piano di Gestione delle Acque ha rinunciato a tale obiettivo adducendo quale motivazione il fatto che raggiungere uno stato ecologico “buono” per il Fratta Gorzone era incompatibile e ciò a causa della “contaminazione storica, soprattutto nella matrice dei sedimenti, da parte delle industrie conciarie”.

“Il Fratta Gorzone resta un fiume in sofferenza e deve diventare una priorità, non essere abbandonato ad un misero destino facendolo assomigliare ad un canale collettore di reflui – dichiara Luigi Lazzaro presidente di Legambiente Veneto ma tutelandolo a partire da una efficace depurazione degli scarichi derivanti dagli insediamenti produttivi, fino al suo recupero in termini di naturalità e quindi di capacità autodepurativa. Non è possibile dimenticare un corso d’acqua in questo modo ed è ancor più grave, alla luce della pesantissima crisi idrica in atto, che si continuino ad utilizzare 6 mila litri al secondo di acque irrigue del canale LEB, immessi nel Fratta subito dopo lo scolo A.Ri.Ca, per far fronte ad un insopportabile carico inquinante”.

Legambiente, inoltre, per voce del presidente del Circolo Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta Piergiorgio Boscagin, evidenzia come gli investimenti di denaro pubblico già stanziati per interventi sul Fratta Gorzone non rispondano agli indirizzi della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE: “Il primo di questi interventi, del valore di circa 11 milioni di euro, prevede lo spostamento dell’immissione dello scarico del collettore poco più a sud di dove si trova ora. Appare evidente come la cosa non servirà di sicuro a migliorare le acque del fiume ma a “nascondere la polvere sotto il tappeto” spostando il problema sempre più a valle. Il secondo, 45 milioni di euro, prevede una condotta che preleva ulteriori 2 mila litri al secondo di acqua dal LEB per sostituire le prese irrigue a fini agricoli che oggi utilizzano l’acqua contaminata del fiume. Anche questo intervento dimostra come né la bonifica né il risanamento del corso d’acqua siano la priorità”.

La prossima tappa di Operazione fiumi sarà sabato 2 luglio a Treviso sul fiume Sile, Qui il calendario della campagna itinerante Operazione Fiumi.

(Legambiente Veneto)

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