Consiglio presbiterale, luogo di ascolto, fraternità e corresponsabilità: il grazie del Vescovo nell’ultima seduta

Ultimo incontro ieri, lunedì 29 maggio, per il Consiglio Presbiterale uscente. Un’occasione per riflettere sul cammino percorso dall’organismo diocesano nei 5 anni di mandato.
Dopo un momento di preghiera, con la lectio proposta da don Leone Cecchetto (su 1Cor 11), i membri si sono ritrovati in piccoli gruppi. Sul tavolo del confronto la condivisione su quanto ciascuno si è sentito arricchito in questo servizio, e quanto il metodo di lavoro si è rivelato positivo, o ha rivelato criticità, proponendo suggerimenti utili per il nuovo Consiglio.
Al rientro in assemblea, le sintesi dei gruppi hanno messo in luce, con una notevole consonanza, alcuni arricchimenti vissuti, insieme alle fatiche, in particolare quelle dovute alla pandemia e ai numerosi cambi che hanno interessato la diocesi.
Tra le ricchezze, il riconoscersi all’interno di un presbiterio che ha maturato una sua sapienza e capacità di discernimento, fatto di preti appassionati e dediti al ministero; l’aver sperimentato una crescita della libertà di esprimersi, con parresia, in un confronto schietto, a partire da sensibilità diverse, ma proprio per questo stimolanti per allargare il proprio sguardo sulla Chiesa; uno sguardo che la presenza di preti giovani può indirizzare maggiormente verso il futuro della Chiesa. Il Consiglio presbiterale è sentito, inoltre, come luogo di fraternità, di crescita nell’appartenenza, di conoscenza diretta della vita della Diocesi, di corresponsabilità con il Vescovo, e contesto nel quale prendersi a cuore la vita dei preti, luogo di ascolto reciproco, a partire dall’ascolto della Parola di Dio. Apprezzato il dialogo libero con il Vescovo, diventato, negli incontri, un appuntamento regolare; dai gruppi, poi, è stato segnalato come un arricchimento il confronto con il Consiglio pastorale diocesano, che ha un valore particolare all’interno del Cammino sinodale che stiamo vivendo come Chiesa.
Nelle risonanze relative al metodo di lavoro, particolare accento è stato posto sulla positività delle sessioni residenziali e sull’importanza di programmare i temi da affrontare (anche servendosi della competenza di esperti), come di arrivare a degli orientamenti definiti su alcuni confronti che si aprono. E’ stata messa in luce anche la necessità di un maggiore coinvolgimento di tutti i preti sui temi trattati.
Una seconda parte dei lavori ha offerto una valutazione dello “strumento” del Consiglio presbiterale in quanto tale, come luogo di condivisione e di supporto al Vescovo nel governo della Diocesi. Gli interventi hanno riconosciuto una certa frammentarietà degli argomenti affrontati, e la difficoltà a capire se gli orientamenti dati al Vescovo siano stati efficaci. Ed è stato proprio mons. Tomasi a rispondere a questo dubbio, ringraziando la Presidenza e i consiglieri della loro presenza e del lavoro di questi cinque anni: “Mi sono sentito consigliato, sostenuto e anche voluto bene da un bel gruppo di confratelli che ci mettono molta passione e voglia di esserci. Grazie per il lavoro fatto e che continueremo a fare insieme” ha detto il Vescovo, ricordando importanti momenti di collaborazione e scelte fatte grazie al confronto, e sottolineando che alcune delle fatiche potranno essere superate anche da una maggiore organizzazione del lavoro di Curia. Infine, l’auspicio che si possa arrivare all’armonizzazione del rapporto tra Consiglio presbiterale e Consiglio pastorale, organismi nati in tempi diversi: e questo sarà, forse, un esito del Cammino sinodale. (A.C.)

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(Diocesi di Treviso)

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