“La stanza più bella del mondo. Sguardi d’infanzia sulla quotidianità adulta”, dal 9 al 25 giugno negli spazi di Project 374 a Venezia

Venerdì 9 giugno alle 18 apre “La stanza più bella del mondo. Sguardi d’infanzia sulla quotidianità adulta”, mostra con opere di Michele Sartori nata nell’ambito dell’omonimo progetto che ha coinvolto gli alunni della classe III della Scuola primaria Manzoni – IC Morosini di Venezia ed è sttao curato da Matilde Nuzzo. La mostra, che rientra nel palinsesto de “Le Città in Festa”, sarà visitabile dal 9 al 25 giugno – da lunedì a domenica, dalle 10 alle 18 – negli spazi di Project 374, in Calle Larga San Marco 374. 

La stanza più bella del mondo. Sguardi d’infanzia sulla quotidianità adulta è un laboratorio d’arte ludico-formativo tra l’artista, la curatrice e gli alunni della classe III, durante il quale gli alunni hanno osservato e analizzato i lavori di Michele Sartori. Le critiche, i commenti e i racconti dei bambini costituiscono la trama narrativa e curatoriale che accompagnerà il pubblico in questa singolare esperienza espositiva ospitata negli spazi di PROJECT 374. La volontà di coinvolgere gli alunni di III elementare nasce dalla natura stessa delle opere selezionate: istantanee di vita quotidiana – per lo più veneziana -, una coppia, una cena al ristorante, un gruppo di amici, una ragazza in spiaggia, un paesaggio. Pochi elementi, apparentemente semplici ma molto evocativi, in grado di stimolare la creatività e l’immaginazione dei più piccoli. I lavori di Michele Sartori sono infatti intrisi di una spietata innocenza, e solo lo sguardo di chi è rimasto fanciullo, per ventura o per età, intuisce e sfrutta ogni minimo interstizio per distaccarsi dalla realtà più immediatamente logica, liberandoci per un momento del peso del vissuto, facendoci smettere di dubitare di poter volare e ricordandoci il potere della possibilità dell’essere uscendo dai rigidi schemi dell’ordinarietà.

Nei dipinti in esposizione, l’artista non nasconde la consapevolezza delle forme, delle proporzioni e delle anatomie di chi ha studiato e conosce la scultura accademica, linea guida della composizione su tela. I suoi colori vibrano di quella spensieratezza di chi si affida al proprio istinto, inserendosi in un linguaggio visivo intimo e singolare, capace di svelare il potenziale del colore, vero protagonista del suo rappresentare. Uno stile pittorico semplice: un utilizzo del colore quasi fauvista, spessi bordi e scuri che circoscrivono tinte tenui, piatte, emozionanti. L’immediatezza tuttavia non appartiene solo alla sua necessità espressiva, ma si infonde negli occhi di chi ne fruisce, che non può fare altro che ascoltare e ascoltarsi, osservare e osservarsi. L’invito è quindi quello di visitare l’esposizione dei lavori di Michele Sartori con un approccio fanciullesco, lasciando che siano i racconti che gli alunni e le alunne della classe III dell’Istituto Comprensivo Morosini hanno scritto immaginando di vivere i quadri di Michele ad accompagnare il pubblico nella stanza più bella del mondo.

(Comune di Venezia)

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