Primo incontro del nuovo Consiglio presbiterale: in ascolto reciproco a servizio della comunione

Prima seduta, lunedì 23 ottobre, in Seminario a Treviso, per il nuovo Consiglio presbiterale diocesano. Un organismo importante, composto da 43 membri (alcuni di diritto, come i vicari episcopali e foranei, altri eletti o nominati dal Vescovo), che coadiuva il Vescovo nel governo pastorale della diocesi, e che viene rinnovato ogni quattro anni.

L’inizio nella preghiera, nella chiesa Immacolata del Seminario, ha visto la Lectio proposta dal vescovo Michele sul brano della seconda Lettera di san Paolo a Timoteo, nella quale l’Apostolo invita il discepolo fedele, che stava vivendo una certa solitudine e fatica (fino alle lacrime) in ordine alle responsabilità e alle decisioni da prendere nella comunità, a “ravvivare il dono”, che forse si era in qualche misura offuscato, quel ravvivare il dono che “san Giovanni Paolo II ci indicava, in Pastores dabo vobis – ha ricordato mons. Tomasi – come fondamento per il continuo dare forma al nostro ministero, il continuare a ravvivare con la nostra vita il dono ricevuto dall’imposizione delle mani. In Timoteo, primo tra i primi “episcopi”, che sovrintendevano la comunità, possiamo rispecchiarci davvero tutti, vescovi e presbiteri”.

Forse, lascia intendere Paolo, “Timoteo ha trascurato l’ascolto assiduo della Parola di Dio, e allora la solitudine diventa più pesante, più faticosa, densa anche di minacce” ha sottolineato il Vescovo. Ecco che Paolo “lo conforta e lo incoraggia: ravviva il dono, è possibile ritornare a quella bellezza di relazione originaria che porta il presbitero, la guida della comunità, il ministro ordinato a essere mosso davvero dall’entusiasmo per il servizio al popolo di Dio”. Le forze possono riprendere vigore, come sottolinea Paolo: “non ci ha dato uno spirito di timidezza ma di forza, di carità e di prudenza”.

Vigore che si può ritrovare – ha ricordato il Vescovo – proprio grazie alla forza (quella che permette a Gesù di compiere i suoi segni), all’amore (l’agape che ha creato il mondo, il dono disinteressato di sé, che è dono di Dio), alla prudenza (la capacità di stare nelle situazioni e di trovare in esse il bene possibile e anche i modi per vivere e realizzare questo bene). “Il fondamento di questa possibilità sta nel continuare a guardare e a contemplare Cristo risorto, Cristo manifestato nei Vangeli, Cristo annunciato, Cristo che ha vinto la morte e fa risplendere la vita. Partendo da questa prospettiva, poi, si possono trovare insieme i modi, anche strutturali, per superare le nostre timidezze, per vivere della forza di Cristo, per essere testimoni autentici del suo amore, per stare nelle situazioni con quella serenità che non è apatia, ma consapevolezza di essere fondati su un amore più grande, su un amore che ha vinto la morte”.

Riflessioni che, si è augurato mons. Tomasi, “possono aiutare a cercare nella relazione con Dio – relazione fondamentale e prioritaria per il ministero – la forza per continuare con coraggio il servizio alla Chiesa di Cristo che è in Treviso, popolo che cammina insieme nella storia. Noi ci mettiamo a servizio mediante il consiglio, dono dello Spirito, e mediante l’ascolto del consiglio, in un dialogo fecondo in cui si concretizza il nostro servizio di guida alla comunità intera”.

L’incontro è poi proseguito in sala Longhin, moderato dal vicario generale, mons. Mauro Motterlini. E’ stato il cancelliere, mons. Fabio Franchetto, a curare la presentazione di identità e funzioni dell’organismo di partecipazione. Il Codice di Diritto canonico definisce il Consiglio presbiterale “senato del Vescovo”, legando tale istituto all’ufficio vescovile. Si tratta di uno degli organismi di partecipazione ecclesiale, ha ricordato il Cancelliere, citando il “Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi”, che “imprimono uno stile comunionale al governo pastorale del Vescovo, in quanto si realizza una sorta di circolarità tra quanto il Vescovo è chiamato a disporre e a provvedere con responsabilità personale per il bene della Diocesi e la collaborazione di tutti i fedeli”. Questo mette in luce una sorta di “stile sinodale” del ministero episcopale, che riceve un apporto importante proprio dagli organi consultivi quali il Sinodo diocesano, il Consiglio presbiterale, il Consiglio episcopale e il Consiglio pastorale.

In seguito, le votazioni per eleggere i tre moderatori del Consiglio e i due rappresentanti in seno alla Commissione per la formazione permanente del clero. Come moderatori del Consiglio sono stati eletti don Gerardo Giacometti, mons. Giulio Zanotto e don Michele Pestrin. Componenti della Commissione per la formazione permanente del clero sono stati eletti don Stefano Bressan e don Giovanni Giuffrida.

Il Vescovo, al termine, ha ringraziato i membri per il “servizio grande alla diocesi, in rappresentanza di tutto il presbiterio”, invitandoli alla franchezza nel dare consiglio, alla partecipazione nella fiducia e a crescere nella fraternità reciproca.

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(Diocesi di Treviso)

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