COLDIRETTI: DOPO LEGGE ITALIA, UE GUARDA CON PREOCCUPAZIONE AI CIBI ARTIFICIALI

Nel veneziano, a sostegno della petizione popolare promossa da Coldiretti, sono state raccolte quasi 4mila firme, mentre sono 21 su 44 i consigli comunali che hanno deliberato a favore della proposta di legge contro cibo sintetico.

Anche l’Europa ora guarda con preoccupazione alla carne coltivata. L’Italia, che sulla spinta della battaglia di Coldiretti è stato il primo paese al mondo ad approvare una legge che vieta la produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, guida l’alleanza dei paesi UE che sono pronti a chiedere una “moratoria” sul consumo e la produzione della “carne coltivata” per motivi di tutela della salute, etici, economici e ambientali in caso di votazione. A dirlo è Coldiretti Venezia nel commentare il risultato della discussione del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’UE sulle preoccupazioni relative alle produzioni di alimenti in laboratorio.

Le lecite perplessità ed i timori denunciati da Coldiretti ora si fanno sentire anche tra molti paesi, confermando il ruolo di apripista dell’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, nelle politiche di tutela della salute dei cittadini.

“La diffidenza si è diffusa in Europa dopo l’approvazione della legge italiana, voluta e sostenuta da Coldiretti, che poggia la sua solidità sul rispetto di quel principio di precauzione che significa tutelare la salute dei cittadini. – spiega Tiziana Favaretto, Presidente Coldiretti Venezia –Nessuno ad oggi conosce gli effetti e le conseguenze di alimentarsi con prodotti artificiali creati in laboratorio grazie all’utilizzo dell’ingegneria genetica e biologia sintetica tanto che, a Singapore, chi desidera consumare pollo in vitro, deve firmare una liberatoria per sollevare il ristorante da ogni responsabilità. La nostra battaglia, che è oggi una battaglia di tutta l’Italia, si sposta ora in Europa dove abbiamo avuto il merito di porre per primi una serie di dubbi e preoccupazioni sulla vendita di composti artificiali che promettono di salvare il mondo ma che vogliono stroncare il secolare rapporto tra uomo, terra, ambiente e cibo. Al nostro fianco non ci sono solo agricoltori ed allevatori ma un intero Paese”.

Hanno infatti garantito supporto alle preoccupazioni contenute nella nota presentata dal Consiglio Agricoltura e Pesca dell’UE per la discussione Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna mentre altri non intervenuti nel corso della discussione avevano garantito supporto scritto (Cechia, Malta e Romania). In caso di eventuale voto – precisa Coldiretti – questo gruppo di Paesi, senza considerare tra l’altro quelli non intervenuti nel corso della riunione, rappresenterebbe già una maggioranza qualificata (17 paesi e 67,45% della popolazione) sul totale dei 27 dell’Unione.

La Commissaria alla salute e sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, peraltro è intervenuta per sottolineare che sono legittime le preoccupazioni espresse da molti paesi sulle questioni sociali, ambientali e etiche, in quanto sono disponibili ancora troppi pochi dati in termini di emissioni, impatti ambientali o prezzi. La Commissione, infatti ha chiesto all’EFSA di aggiornare le linee guida proprio per integrarle con le recenti informazioni scientifiche sui cibi sintetici.

Per Coldiretti “la presa di posizione di un numero crescente di Paesi è una risposta all’esigenza di avere analisi di impatto univoche da parte della ricerca pubblica ed evitare di trasformare i cittadini in cavie umane, come per primi abbiamo chiesto”. La crescente diffidenza conferma infatti la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. “La sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo bensì a prodotti a carattere farmaceutico. Queste nuove pratiche – conclude la presidente provinciale, Tiziana Favaretto – includono la produzione di alimenti utilizzando la tecnologia delle cellule staminali con la necessità di evitare rischi per la salute dei consumatori”.

Nel documento condiviso dalla maggioranza qualificata di paesi, si legge che – riferisce la Coldiretti – “prima di qualsiasi autorizzazione i Paesi sostenitori chiedono  alla Commissione  di avviare una consultazione pubblica sui cibi a base cellulare” che “non possono mai essere chiamati carne” e pongono “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché sulla nutrizionali e di sicurezza sanitaria” rimettendo in discussione il quadro normativo attuale che risulta inadeguato anche perché queste nuove pratiche includono la produzione di alimenti utilizzando la tecnologia delle cellule staminali con la necessità di evitare rischi per la salute dei consumatori. Lo stop da parte della maggioranza di paesi dell’Unione Europea è coerente con il fatto che la UE – conclude la Coldiretti – ha già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e da oltre 40 anni la carne trattata con ormoni che vengono utilizzati invece nei bioreattori per la produzione di cibi artificiali per i quali si chiede di non usare il termine “carne coltivata”, ritenuto fuorviante anche dal rapporto Fao/Oms che suggerisce di chiamarli “cibi a base cellulare”.

 

 

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(Coldiretti Rovigo)

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