Giustizia climatica: i passi dei giovani

Venerdì 19 gennaio si è tenuto, come ormai da tradizione, il primo appuntamento della “Due sere giovani” dedicata ai giovani e giovanissimi e intitolato “E’ una questione di giustizia”. Questi due incontri, proposti dall’Azione cattolica diocesana, costituiscono una preziosa occasione per dialogare e riflettere su temi importanti che riguardano la vita da cittadini, ma anche da cristiani. Quest’anno i due appuntamenti accostano il tema della giustizia sotto due differenti punti di vista: il primo incontro ha trattato, infatti, la giustizia climatica, mentre il secondo, previsto il 2 febbraio, affronterà la giustizia penale e la vita in carcere. “Non ci sono più le mezze stagioni” è stato dunque il filo conduttore del primo incontro, svoltosi nel teatro Aurora, con i contributi del professor Alberto Pivato, ingegnere ambientale e docente all’università di Padova, e di Sara Tozzato, della “Compagnia stabile del Leonardo”. L’appuntamento era un invito a riflettere sul cambiamento climatico e su come esso entri nella vita di ciascuno, richiamando a un rinnovato impegno sociale.

Le sollecitazioni di papa Francesco sul Creato
Il vescovo Michele, che ha accolto i giovani, ha così affermato: “Questo tema è, purtroppo, ancora poco trattato. Nel 2015 lo stesso Papa Francesco ha sentito il bisogno di invitarci a riflettere sulla questione climatica tramite l’enciclica Laudato si’, ma ciò non è stato sufficiente. Trattare questo tema è divenuta una questione talmente urgente da spingere il Papa a fare una cosa unica nella storia del magistero della Chiesa: dare seguito a questo documento, otto anni dopo, nel 2023, tramite l’esortazione apostolica Laudate Deum. Questa serata è preziosa perché ci spinge a riflettere su come agire, perché se non lo faremo a breve non avremo più tempo. Il Papa ci consegna un punto di vista: noi non siamo fuori dal Creato, ma siamo inclusi e compenetrati dalla natura che ci circonda, la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature. Cari ragazzi, il mio consiglio è quello di interessarvi e fare tesoro di quello che sentirete stasera: lottate, chiedete, protestate per il vostro mondo”.
Pivato e Tozzato hanno dato vita, poi, a un talk, alternando le proprie voci nella spiegazione di questo tema così importante per la vita di ciascuno: “La società contemporanea si trova ad affrontare sfide sempre nuove; nel corso del tempo alcune di esse sono state vinte, come quella del buco dell’ozono, mentre altre richiedono delle soluzioni immediate, perché il tempo a disposizione continua a diminuire. Il progresso ci è sfuggito dalle mani e il nostro impatto ambientale con il relativo consumo di risorse è più veloce dei ritmi naturali di madre terra. Il problema, tuttavia, è complesso: non vi è un solo fattore a cui ricondurre il riscaldamento climatico, in quanto esso riguarda l’intero ciclo del carbonio. Oggi l’umanità emette circa 51 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno e l’emissione di gas serra antropico tocca tutte le attività umane: dall’agricoltura alla produzione di energia, dai trasporti al riscaldamento domestico. Negli ultimi 70 anni le emissioni hanno prodotto un aumento della temperatura di 1,2 gradi centigradi. Noi esseri umani ci siamo insediati sulla superficie del pianeta in modo non omogeneo, stabilendo delle nicchie di idoneità: in tali zone è presente un clima temperato, adatto per l’agricoltura, qualora la temperatura dovesse continuare ad alzarsi, tre miliardi di persone potrebbero rimanere fuori da tali nicchie ritrovandosi a vivere in luoghi ostili all’insediamento umano con la conseguenza di una migrazione climatica di massa. I gas serra antropici rimangono nell’atmosfera inalterati per centinaia di anni. Non occorre solo cominciare a decarbonizzare immediatamente, ma anche agire con la consapevolezza che il recupero sarà lento e richiederà l’impegno di tutte le generazioni, anche quelle a venire, pegno il fallimento del nostro ecosistema”.

Le urgenze del pianeta e il nostro contributo
Alberto Pivato ha, quindi, continuato: “Sono stati fatti molti piani d’azione in questi anni e anche nella ricerca si sta facendo tanto, ma la velocità che noi dobbiamo dare alla risposta deve essere maggiore. Il punto di non ritorno si sta avvicinando e si parla ora di 10-15 anni. La politica non riesce a dare risposte in queste tempistiche, bisogna che il cambiamento parta dall’individuo. Dobbiamo metterci del nostro e cambiare il nostro modo di vivere”.
Sara ha concluso: “Noi viviamo dentro una bolla, viviamo comodi e fortunati e per questo metterci nei panni dell’altro è difficile, non riusciamo neanche ad immaginare certe realtà difficili e tragiche. Quello che possiamo fare è impegnarci tutti i giorni in qualcosa, un piccolo gesto per il clima e per il prossimo. Bisogna fare un passetto tutte le mattine nella direzione giusta, per spingere la politica a fare qualcosa”.

Venerdì 2 febbraio si parla di carcere
Il prossimo appuntamento è previsto per venerdì 2 febbraio, al Palazzetto di Paderno di Ponzano Veneto, ed è rivolto sia ai giovani che ai giovanissimi. Alle 19.30 aperitivo di benvenuto, alle 21 la proposta sul tema “Oltre i lucchetti della giustizia”, voci dal carcere con Lorenzo Sciacca, ex carcerato e ora mediatore penale. Un racconto dalla voce di chi ha percorso i corridoi del carcere, di chi ha incontrato e condiviso la vita con i detenuti per riuscire a vedere l’istituto di pena come un luogo di possibilità e di speranza. Per il 2 febbraio sono necessarie le iscrizioni, a cura dei responsabili parrocchiali.
Elena Merotto

Articolo tratto dalla “Vita del popolo” del 28 gennaio 2024

(Nel momento in cui il giornale andava in stampa abbiamo appreso la notizia della morte improvvisa del prof. Pivato. Condoglianze alla sua famiglia)

(Diocesi di Treviso)

Please follow and like us