Gioia grande a Orano per il vescovo Davide Carraro: “Dio è amore” il suo motto – la cronaca e le foto

“Dio è amore” (Allahu mahaba in arabo): è questo il motto episcopale di mons. Davide Carraro, neovescovo di Orano (Algeria). Originario di Sambughè di Preganziol, don Davide, già vicario generale ad Algeri, è stato consacrato vescovo da due dei suoi predecessori sulla cattedra di Orano, mons. Jean-Paul Vesco, e mons. Alphonse Georger, e dal nostro vescovo, mons. Michele Tomasi. Hanno partecipato il nunzio apostolico, altri cinque vescovi e una quarantina di sacerdoti: tutte le diocesi algerine erano rappresentate e molti amici e confratelli sono arrivati da Algeri, Touggourt, dalla Tunisia, e dall’Italia. Insieme ai famigliari di don Davide e a mons. Tomasi, era presente anche don Paolo Barbisan, amico di padre Carraro. Il Vangelo di Giovanni 15,9-17 è stato il testo scelto per la solenne celebrazione con il rito di ordinazione e di ingresso di padre Davide nella sua diocesi.
“E’ stato un incontro molto breve, ma anche molto intenso, quello con la Chiesa cattolica a Orano e in tutta l’Algeria – racconta il vescovo Michele, al suo ritorno -. Ho potuto incontrare una comunità cristiana molto piccola, che sembra del tutto insignificante, ma che trova, invece, nella fedeltà al Signore e nella gioia del Vangelo una grande forza di amore. I legami reciproci di fratelli e sorelle nella fede – alcuni, pochi Algerini, e poi religiosi e religiose, presbiteri, laici consacrati provenienti da molte parti del mondo, e ancora giovani provenienti dai Paesi a sud del Sahara, presenti in Algeria soprattutto per motivi di studio – si manifestano nella semplicità, ma nella evidente gratitudine per ogni incontro. La celebrazione dell’Eucaristia si fa momento di autentica condivisione, e la disponibilità ad accogliere chiunque – che sia cristiano di varie confessioni o anche musulmano – senza paure e senza barriere, diventa testimonianza di una vita differente, che suscita rispetto e stima”.
“Durante questi pochi giorni – aggiunge il vescovo Michele – ho colto con evidenza che questa comunità così piccola, che vive in un contesto difficile e a tratti veramente impegnativo è pienamente Chiesa, è il Popolo di Dio in cammino in quel contesto, in comunione con la Chiesa universale. L’ordinazione del Vescovo Davide è stato segno eloquente di questo: sacramenti, comunione, fraternità e carità sono elementi costituivi della Chiesa che vanno accolti come dono, vissuti secondo le possibilità del contesto, testimoniati in gioiosa speranza. Porto con me la chiara consapevolezza che la comunione, anche con questa Chiesa sorella, ci arricchirà nella fede e nella gioia della nostra vita cristiana, alla ricerca di ciò che è veramente essenziale nella vita”.
E don Paolo Barbisan riflettendo su quanto vissuto, sottolinea che “essere cristiani in Italia è normale, ma lì la differenza si vede. Don Davide è un dono per quella Chiesa, che vive la sua bellezza nella povertà e nella fraternità. La sua fede e la sua generosità faranno del bene alla Chiesa di Orano, come ha già fatto altrove”.
Anche il fratello di mons. Carraro, Filippo, ha commentato a caldo, ai responsabili della comunicazione della diocesi di Orano: “È gioia, integrazione, tutti i livelli della società presenti e coinvolti nel vivere la festa, dai migranti ai diplomatici. Non siamo abituati a tanta gioia e condivisione in Italia. E’ una grande ricchezza di questa terra”. (A.C.)

Articolo in uscita sulla “Vita del popolo” del 4 febbraio 2024

(Diocesi di Treviso)

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