(AVN) – Venezia, 16 febbraio 2024
“Dal 2012 ad oggi l’Unità di Crisi della regione Veneto ha gestito 316 tavoli di trattativa, 62 dei quali in collaborazione con strutture ministeriali e il coinvolgimento diretto di circa 58mila lavoratori. Nel 2023 si è occupata di 49 crisi aziendali complesse, mentre dall’inizio del 2024 sono 32 le crisi gestite. Trentotto casi sono stati risolti con una cessione o reindustrializzazione del sito; 21 nell’ultimo triennio. Sono numeri importanti che rappresentano il valore della struttura affidata all’ente strumentale di Veneto Lavoro e la lungimiranza del provvedimento con cui nel 2011 la Giunta regionale ha previsto la creazione di una “Unità di Crisi aziendali, territoriali e di settore”, divenuta operativa l’anno successivo. Un punto di riferimento essenziale per le crisi d’impresa, perché contribuisce ad analizzare le ricadute a medio e lungo termine che le crisi aziendali, territoriali e settoriali hanno sull’economia regionale e sull’occupazione, e aiuta suggerire in modo efficiente la loro risoluzione, anche con l’impiego di strumenti di politiche attive e passive”.
Con queste parole l’assessore al Lavoro Elena Donazzan commenta la delibera con cui l’esecutivo regionale ha approvato la prosecuzione delle attività di supporto alle imprese colpite da crisi economica, attraverso l’assistenza tecnica specialistica dell’Unità di Crisi aziendali, territoriali e settoriali di Veneto Lavoro, nell’ambito del Programma Regionale Veneto FSE+ 2021-2027. Il servizio avrà durata di 30 mesi a partire dal 2 maggio 2024.
“L’impatto sconvolgente della pandemia – ha evidenziato l’assessore – ha avviato una crisi in tutto il mondo del lavoro e delle imprese e si è rivelata un acceleratore di tendenze al cambiamento già presenti negli ultimi anni. Nonostante il Veneto sia tra le più virtuose regioni italiane in termini di occupazione e di risoluzione delle crisi aziendali, grazie a un approccio innovativo ed efficiente, si sono dimostrate in continua evoluzione sia le cause socio-economiche alla base delle recenti crisi aziendali, sia il modo di analizzare e risolvere le problematiche. Il lavoro è al centro della vita sociale ed economica dei cittadini della Regione del Veneto: la garanzia dei posti di lavoro è un obiettivo concreto che siamo costantemente chiamati a perseguire con tutti gli strumenti a disposizione, compresi i contributi regionali, nazionali ed europei delle politiche di coesione”.
Nel corso di questi anni l’Unità di Crisi aziendali, territoriali e settoriali della regione Veneto ha fornito anche un supporto alla gestione di tavoli settoriali e di filiera: nell’ambito TAM (tessile, abbigliamento, moda), conciario, calzaturiero, logistica, cementifici (bassa padovana), occhialeria, Aeroportuale (Polo aeronavale di Venezia Tessera), Termale (Euganeo). In quest’ambito va ricondotta anche l’attività di supporto alla stesura e alla sottoscrizione di due importanti protocolli regionali di filiera sottoscritti negli ultimi tra anni: quello relativo alla logistica e quello dell’occhialeria.
La struttura regionale si è occupata anche di supporto alla gestione delle crisi territoriali. L’attività ha riguardato il programma (PRRI) riferito all’area di Crisi industriale complessa di Venezia.
“Se nella fase iniziale – spiega Giuliano Bascetta, capo progetto della struttura regionale – il supporto dell’Unità di Crisi era concentrato soprattutto sulle azioni di monitoraggio e di accompagnamento del presidio regionale ai tavoli di crisi aziendali, e sulla sperimentazione di strumenti innovativi per favorire azioni di reindustrializzazione, nel tempo è stato consolidato un vero e proprio modello di gestione delle crisi aziendali e dei processi di reindustrializzazione, che prevede un’azione di assistenza tecnica che si realizza attraverso quattro fasi: monitoraggio, prevenzione, attivazione e gestione, rendendo il modello veneto un unicum nello scenario nazionale”.
(LAVORO)
