Piccinini (Veneta Autonomia): “Sistema PagoPa: i costi restano troppo elevati, in particolare per le piccole transazioni”

29 ottobre 2024

(Arv) Venezia 29 ott. 2024 –     “L’articolo 65, comma 2, del decreto legislativo 13 dicembre 2017, n. 217, come modificato dall’articolo 1, comma 8, del decreto-legge 162/2019, ha introdotto l’obbligo per i prestatori di servizi di pagamento abilitati di utilizzare esclusivamente il sistema PagoPa per i pagamenti verso le pubbliche amministrazioni a decorrere dal 28 febbraio 2021. Da questa data, infatti, i PSP autorizzati a operare in Italia dalla Banca d’Italia non possono in alcun modo effettuare servizi di pagamento che non transitino per il sistema PagoPa, ove abbiano come beneficiario una pubblica amministrazione. Le difficoltà di utilizzo della piattaforma però, in particolar modo per le persone anziane, unitamente alle elevate commissioni richieste per operare su di essa, hanno sollevato non poche perplessità”. Il consigliere regionale di Veneta Autonomia Tomas Piccinini spiega così la mozione n. 488 che ha sottoposto all’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini.

“La piattaforma di pagamento elettronico – continua Piccinini – sembra pensata per avvantaggiare più i prestatori di servizi, come gli istituti di credito e affini, piuttosto che le pubbliche amministrazioni o i cittadini. Il sistema, infatti, per come si presenta ora, non solo è poco intuitivo, ma anche poco economico. Sono moltissimi i cittadini che lamentano il fatto di essere costretti a pagare commissioni che prima non pagavano. L’esempio più evidente è quello delle tasse scolastiche che, versate tramite il sistema PagoPa, richiedono commissioni che prima non erano dovute adoperando i sistemi tradizionali, come ad esempio i bonifici bancari. Questi, infatti, in base agli accordi stipulati con le banche, erano operazioni gratuite o con commissioni di importi esigui. Le commissioni di PagoPa, invece, in particolar modo quelle su transazioni di modico valore, vanno molto spesso ad eguagliare l’importo che i cittadini sono tenuti a versare. Si pensi ai genitori che, per mandare il figlio o la figlia in gita scolastica, devono versare alla scuola un contributo di 4,00 euro, pagando una commissione pari ad 2,50 euro. In pratica, i cittadini sono obbligati ad adottare un sistema di pagamento diverso da quello classico, che spesso però risulta molto più conveniente. Anche in questo caso, quindi, maggiori costi per il cittadino e maggiori introiti per la banca o per gli altri intermediari. Non bisogna dimenticare, inoltre, le persone anziane, che in Italia, già nel 2022, erano il 23,8% della popolazione complessiva. Mi pare evidente che questa parte della popolazione italiana, che ha subito il processo di informatizzazione in età già avanzata, non è propensa ad utilizzare le nuove tecnologie, e spesso, banalmente, non è in nemmeno grado di scaricare i bollettini di pagamento del PagoPa. Non è infrequente, inoltre, che persone di questa fascia d’età soffrano di patologie fisiche che ne limitano la deambulazione. È chiaro, dunque, che il solo fatto di costringerle ad uscire di casa per recarsi presso l’ente impositore per avere la stampa del bollettino PagoPa per poi raggiungere i “punti” autorizzati a ricevere il pagamento, che non sempre si trovano in prossimità degli uffici della PA, dimostra che questo sistema di pagamento può e deve essere perfezionato”.

“Tutte queste considerazioni mi portano a pensare – prosegue il consigliere – che il nuovo sistema di pagamento sia per il cittadino difficile e farraginoso da utilizzare. Una difficoltà che accresce se si è poi in presenza di soggetti che non riescono a districarsi e ad approcciarsi con le nuove tecnologie o che vivono una situazione di disagio sia fisico o psichico. In alcuni casi, infatti, quando non è disponibile il bollettino stampato, come nei pagamenti relativi e contestuali all’erogazione del servizio, il cittadino si trova a pagare di più solo per il fatto di adoperare la modalità telematica; e la sola idea che il servizio di pagamento online sia più oneroso rispetto a quello erogato allo sportello, appare, in momento storico caratterizzato dalla digitalizzazione, quanto meno anomalo. Sebbene PagoPa venga definito «un sistema unico per i pagamenti elettronici verso la pubblica amministrazione», di unico non possiede nulla, dal momento che costringe i cittadini a districarsi tra diversi sistemi telematici, siti e app, dei tanti enti pubblici sui quali poter pagare. Un cittadino a cui viene imposto uno strumento di pagamento non dovrebbe essere anche costretto a pagare commissioni inique”.

“Per questa ragione – conclude Piccinini – chiedo che, almeno sui pagamenti e sulle transazioni modeste, non superiori a 20,00 euro, non debbano essere pagate commissioni o che, se proprio questo non fosse possibile, le stesse siano parametrate e proporzionate all’importo che i cittadini devono versare. Se anche questa strada non fosse percorribile, ritengo necessario offrire ai cittadini, per tutti i pagamenti inferiori a 20 euro, la possibilità di pagare non solo tramite PagoPa, ma anche con gli strumenti tradizionali”.

(Regione Veneto)

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