Centenaro (Lega-LV): “Delitto Castelfranco, ancora un accoltellamento e un morto per mano di una presunta baby gang di maghrebini. La politica adesso deve usare il pugno di ferro e la tolleranza zero”

05 maggio 2025

(Arv) Venezia 5 mag. 2025 – “Credo sia arrivato il momento di dire basta al buonismo e al permissivismo con il quale in questo Paese si è andati avanti fino a oggi. Credo sia arrivato il momento di dire “tolleranza zero”, senza chiamare in causa psicologi, disagio giovanile e scuse varie. L’accoltellamento avvenuto nel parcheggio di un locale a Castelfranco e nel quale è rimasto vittima un ragazzo di origine rumena perfettamente integrato nella nostra società e un altro ragazzo, un trevigiano di Zero Branco, colpiti sembra per mano di un gruppetto di ragazzini di origine marocchina, anche se le indagini sono ancora in corso da parte dei carabinieri, non ha giustificazioni”. Sono le parole del consigliere regionale padovano dell’intergruppo Lega-LV Giulio Centenaro che spiega: “Io ascolto spesso le istanze dei ragazzi, avendo anche figli giovani, e molti parlano ormai impauriti della presenza di gruppo di individui, definiti “italiani di seconda generazione”, o giunti da poco tempo sul nostro territorio, che girano per i locali con armi da taglio portate con sé o custodite in auto, di cui si conosce la pericolosità e dai quali i ragazzi devono girare alla larga per non incappare in risse o accoltellamenti. E la rabbia dei giovani è tanta perché non è possibile andare in un locale per divertirsi e finire ammazzati. Ora, è necessario intervenire duramente contro il fenomeno delle baby gang, con controlli e verifiche mirate a quei gruppi perché a questo punto il problema è culturale e di integrazione sociale, e si rende necessario coinvolgere pure i genitori. Le pene severe, la certezza della pena ci devono essere anche se che in Italia si sono sempre rivelate una chimera anche per colpa di una certa magistratura politicizzata e della sinistra pseudo buonista. Chi delinque nel nostro Paese non merita di ottenere o mantenere la cittadinanza italiana e aggiungo che la pena severa dovrebbero scontarla nelle prigioni dei propri paesi d’origine per imparare finalmente ad apprezzare i vantaggi di vivere in Italia”.

(Regione Veneto)

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