Economia: Confesercenti del Veneto Centrale, consumi e vendite ancora in affanno. “La ripresa resta fragile, servono misure per sostenere famiglie e imprese del territorio”

Nel 2025 l’economia padovana segue l’andamento nazionale, mostrando segnali di stabilità ma anche elementi di debolezza sul fronte dei consumi. Secondo l’elaborazione di Confesercenti su dati Confesercenti-CER, nel terzo trimestre dell’anno il Pil nazionale registra una crescita contenuta con il +0,1% congiunturale, mentre i consumi delle famiglie aumentano appena dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua.

Dopo un 2024 più vivace, la domanda interna si è indebolita: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa delle famiglie si ferma allo 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. A fine anno, la crescita reale dei consumi si attesterebbe attorno allo 0,5%, pari a circa +5,6 miliardi di euro a livello nazionale, ma con un impatto più modesto sull’economia locale.

Sul fronte del commercio al dettaglio, il quadro resta critico: le vendite in volume scendono di circa 0,4% nel trimestre, riflettendo la prudenza dei consumatori e l’aumento dei costi di gestione per le imprese. In leggera risalita invece il clima di fiducia: l’indice per le famiglie passa da 95,9 a 96,5 punti, e quello delle imprese commerciali da 103,1 a 103,7, pur restando sotto i livelli di inizio anno.

Segnali più incoraggianti arrivano dal mercato del lavoro, con un incremento degli occupati stimato allo 0,9% tendenziale, anche se le flessioni registrate ad agosto suggeriscono cautela. L’inflazione, al 1,6%, si mantiene sotto il target BCE, contribuendo a stabilizzare i prezzi ma senza rilanciare la spesa.

“Nel nostro territorio una crescita che c’è, ma che resta troppo debole per generare un vero rilancio dei consumi e degli investimenti”, commenta Nicola Rossi, presidente di Confesercenti del Veneto Centrale. “Le famiglie padovane restano prudenti, frenate da costi ancora alti e da salari reali che non recuperano. Molte piccole imprese del commercio e dei servizi, in particolare nei quartieri e nei centri storici, vivono una situazione di margini ridotti e domanda incerta”.

“Per rafforzare la ripresa – prosegue Rossi – servono interventi più incisivi sul fronte fiscale e sul credito, politiche che sostengano il potere d’acquisto e che permettano alle imprese locali di investire e innovare. Il 2026 sarà un anno chiave: con la fine degli incentivi del PNRR e l’impatto dei nuovi dazi, la tenuta dei consumi interni sarà decisiva anche per il futuro economico del Padovano”.  

(Confesercenti Veneto Centrale)

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