Commercialisti: ad Udine il primo convegno dell’anno su finanziaria e agevolazioni per le imprese

L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Udine, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Tributaristi Italiani del Sezione Friuli Venezia Giulia (ANTI) organizzano lunedì 07 gennaio 2019, dalle ore 14:30 alle 18:30, il convegno “Novità tributarie 2019”, presso l’Aula 3 dell’Università degli Studi di Udine – Facoltà di Economia – Udine, via Tomadini 30/A.

L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Udine, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Tributaristi Italiani del Sezione Friuli Venezia Giulia (ANTI) organizzano lunedì 07 gennaio 2019, dalle ore 14:30 alle 18:30, il convegno “Novità tributarie 2019”, presso l’Aula 3 dell’Università degli Studi di Udine – Facoltà di Economia – Udine, via Tomadini 30/A.

Saranno le novità fiscali per le imprese, tra proroghe e semplificazioni, e le novità tributarie in materia di accertamento, riscossione e processo tributario telematico, i temi trattati durante il convegno in cui sarà illustrato il decreto fiscale collegato di fine anno e la legge di Bilancio (ex legge di stabilità).

Dopo i saluti di Alberto-Maria Camilotti, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine, seguiranno gli interventi dei commercialisti Silvia Pelizzo, Luca Lunelli e Giovanni Sgura. I lavori saranno coordinati da Roberto Lunelli presidente nazionale vicario e presidente regionale F.V.G. dell’Associazione Nazionale Tributaristi Italiani.

La legge di bilancio rappresenta una manovra arrivata sul filo di lana per evitare l’esercizio provvisorio del Paese, frutto di una scrittura frettolosa, che ha portato ai cittadini ed alle imprese novità e conferme: dalla riproposizione dell’ecobonus e “sismabonus” per le ristrutturazioni, alla conferma del bonus per la ristrutturazione del verde privato, all’introduzione del reddito di cittadinanza e della quota 100 per le pensioni.

La novità fiscale più rilevante è rappresentata dall’estensione del regime forfettario per tutte le partite iva (professionisti e imprese) con fatturato entro i 65.000 euro. Sono stati confermati gli incentivi alle imprese in termini di iper ammortamento ed è stata introdotta una tassazione privilegiata per gli utili reinvestiti in beni strumentali e per l’incremento occupazionale.

Secondo i calcoli dell’Ufficio Studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, la manovra di bilancio appena varata stima, dal punto di vista della pressione fiscale comporta un saldo netto di 12,9 miliardi di maggiori entrate tributarie sul triennio 2019-2021: 7,3 miliardi di maggiori entrate arriveranno dai contribuenti non in regola con il Fisco che utilizzeranno una delle numerose forme di regolarizzazione agevolata previste nel decreto fiscale e il “saldo e stralcio” inserito nella legge di bilancio, nonché da imprese e persone fisiche che sceglieranno volontariamente di avvalersi di regimi opzionali di rivalutazione o estromissione fiscale dei beni; 12,4 miliardi saranno invece le vere e proprie maggiori tasse applicate su banche e assicurazioni (5,6 miliardi), sulle imprese in generale (2,4 miliardi), sul settore del gioco d’azzardo (2,1 miliardi), sui grandi gruppi dell’economia digitale e multinazionali del web (1,3 miliardi), sui consumatori (0,6 miliardi) e sugli enti del non profit (0,4 miliardi); 6,8 miliardi saranno infine le note positive di riduzione del prelievo fiscale, concentrate essenzialmente sulle partite IVA individuali (- 4,8 miliardi) e sul settore immobiliare, dell’edilizia e degli interventi sulla casa in generale (- 1,8 miliardi), cui si aggiungono alcuni altri interventi marginali (- 0,2 miliardi).

«La Manovra di quest’anno rappresenta una novità in termini di impatto sociale – osserva Alberto-Maria Camilotti, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine – sono state introdotte forme di aiuto alle fasce più deboli (reddito di cittadinanza e pensioni a quota 100). Viene inoltre introdotta una norma che agevola il mondo delle partite iva che fatturano entro la soglia dei 65.000.»

Decreto collegato e sanatorie fiscali. La legge di bilancio va letta insieme al decreto collegato, già approvato dal Parlamento, che prevede la cosiddetta “pace fiscale”. Una serie di istituti volti a sanare omessi versamenti e contestazioni in essere con l’Agenzia delle Entrate. Da tale provvedimento il governo stima un recupero di circa 6,2 miliardi di euro fra rottamazione cartelle, chiusura di avvisi di accertamento e chiusura di liti pendenti.

Enti no profit. Novità spiacevoli per gli Enti non Profit che vedono cancellata la riduzione IRES del 50% . Su tale provvedimento il Governo ha già annunciato modifiche ma allo stato attuale tali enti sono pesantemente incisi dalla modifica legislativa.

«C’è davvero poco per le imprese – contina Camilotti – in termini di incentivi agli investimenti, mentre per le famiglie vengono di fatto prorogati (e forse sarebbe il caso di renderli definitivi!) gli incentivi per le ristrutturazioni delle abitazioni. Oltre a guardare alla Legge di Bilancio, bisogna anche tenere in considerazione il decreto collegato alla manovra che introduce diversi istituti per fare “pace” con il fisco. Al pari dello scorso anno (anche se con un governo diverso) manca una programmazione finanziaria pluriennale. La legge di bilancio propone una serie di provvedimenti estemporanei a favore di imprese e privati, in assenza di una visione di insieme.»

Enti Locali – incognita nuove tasse. La manovra non conferma il blocco degli aumenti vigente per il periodo 2016-2018 per Irap, Imu, tasi e addizionali locali all’Irpef. Ciò a oggi rappresenta un’ incognita perché gli enti locali potranno (per necessità di bilancio ed in caso di mancati trasferimenti dal centro) aumentare l’imposizione locale. Gli effetti di questi aumenti potrebbero incidere pesantemente sulle tasche dei cittadini.

Fatturazione elettronica. Dal 1° gennaio è entrato in vigore l’obbligo della fatturazione verso i privati: sarà una rivoluzione per il nostro paese e una grande scommessa dal punto di vista dell’organizzazione dei processi aziendali. Attualmente il popolo delle partite iva più piccole appare in difficoltà per l’adeguamento tecnologico necessario e per adempiere correttamente alla nuova modalità di fatturazione. La nuova norma sui regimi fortettari però farà stare “fuori” dal sistema della fatturazione elettronica tanti soggetti. Questo di fatto depotenzierà anche il sistema di controllo.

«I saldi della manovra sono pesanti – conclude Camilotti – ed è difficile pensare che gli stessi provvedimenti possano essere mantenuti per più esercizi (reddito di cittadinanza, quota 100 per le pensioni e flat tax al 15% per esempio). La norma che consente la tassazione al 15% per le partite Iva che fatturano meno di € 65.000 è, dal mio punto di vista, sbagliata perché incentiva alla disaggregazione (per stare sotto soglia) e disincentiva gli investimenti (perché questi soggetti non possono avere beni strumentali oltre una certa cifra per stare nel regime. Inoltre crea una vera distorsione sul mercato perché questi soggetti non applicano l’IVA e possono così arrivare al consumatore finale con un corrispettivo più competitivo del 22%. Inoltre, per come è costruita, la norma si presta ad essere aggirata tramite pianificazioni sul fatturato per trasferire i carichi fiscali da un anno di imposta all’altro. Altrettanto preoccupante appare la mancata conferma del blocco agli aumenti per le imposte locali. Qui le sorprese potranno essere sgradevoli e notevolmente impattanti sia su cittadini sia sulle imprese. Gli enti locali potranno infatti aumentare i tributi locali in caso di necessità di bilancio, quindi l’innalzamento della pressione fiscale oggi non è preventivabile.»

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