Coronavirus – Ciambetti: “Ripresa calma, senza stress, senza ressa: i veneti non sono più quelli (forse sono quelli di sempre). Ci attende una difficile maratona verso il futuro”

Coronavirus – Ciambetti: “Ripresa calma, senza stress, senza ressa: i veneti non sono più quelli (forse sono quelli di sempre). Ci attende una difficile maratona verso il futuro”

(Arv) Venezia 18 mag. 2020 – “Si riparte senza resse, con calma, almeno stando alle prime notizie: a Venezia, riapre la Basilica di San Marco ma alla prima messa dopo settimane di chiusura pochi fedeli, ancor meno persone in piazza. I Veneti non sono più quelli (o forse sono quelli di sempre),  si potrebbe dire parafrasando il titolo di un celeberrimo articolo del giugno 1974 di Pierpaolo Pasolini”. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, commenta così le “prime ore di riapertura in Veneto dopo la lunga quarantena imposta dall’epidemia Covid-19 – spiega Ciambetti –  Forse c’è cautela nella cittadinanza, forse riemerge l’atavica prudenza contadina fortunatamente  non del tutto scomparsa nella nostra realtà veneta, ma sarebbe bello se alla fretta spasmodica in  cui vivevamo immersi fino a pochi mesi fa si fosse sostituita una sobria calma e atteggiamenti austeri nei comportamenti oltre che nella spesa. Se così fosse, ma forse è ancora presto per dirlo, il Covid-19 sarebbe riuscito a fermare gli ultimi stadi deliranti di quel consumismo che appunto Pasolini, con preveggenza,  aveva denunciato come elemento snaturante della nostra identità. Se così fosse, se questi mesi ci avessero fatto riflettere sui veri valori da difendere  – continua Ciambetti –  saremmo sulla strada maestra per capire che il benessere non sta nell’edonismo di massa, nella soddisfazione dei bisogni indotti nella ricerca di una felicità che beni e merci non possono di certo garantire. Il vero progresso sta nella difesa dei diritti reali, a iniziare dalla tutela della salute, sta nel lavoro che è premessa necessaria per il miglioramento dello stato sociale. Senza lavoro non possono esserci risorse per l’assistenza ai più deboli, pensioni dignitose ai lavoratori, qualità della vita per gli anziani, cure sanitarie garantite a tutti. I prossimi mesi,  saranno decisivi, perché dobbiamo agganciare la sicurezza sanitaria con quella sociale e far sì che il vero sostegno sia garantito e mirato alla creazione di posti di lavoro,  agevolando le imprese produttive, con l’ingresso al lavoro delle giovani generazioni, accompagnando alla pensione i lavoratori senza farli attendere i famigerati 67 anni previsti dall’attuale normativa che blocca il ricambio generazionale. Ma serve anche un salto di qualità da parte di tutti e capire che l’effimero, il consumismo, la fretta,  non sono di certo pilastri su cui costruire il futuro. Ad esempio, c’è chi in queste ore sta ironizzando e protestando perché in Veneto sono ancora obbligatorie le mascherine anche all’aperto: non hanno capito che da oggi è iniziata una lunga maratona verso il futuro. Nella maratona bisogna saper dosare il fiato e a maggior ragione in una maratona in cui dobbiamo convivere con il Covid-19: una settimana in più con il disagio della mascherina è ben poca cosa quando abbiamo tutta una vita da vivere davanti a noi. Una vita da vivere, non da bruciare, non da consumare con quella fretta e compulsione che avevamo fino a qualche mese fa”

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(Consiglio Veneto)

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