É stata la signora M.M.S., ex dipendente civile N.A.T.O., assistita dal dottore commercialista Mara Pilla partner dello studio vicentino DTA – Difensori Tributari Associati, a chiedere al Fisco la restituzione degli importi trattenuti a titolo di imposta sui redditi in violazione degli accordi attuativi del trattato Nato. Infatti l’articolo 8 del D.P.R. 2083, che dal 1962 disciplina l’attuazione del trattato Nato sul territorio italiano, prevede che il personale civile Nato è “esente dal pagamento delle imposte erariali e locali sui redditi derivanti dagli stipendi ed emolumenti ad esso corrisposti dai Quartieri Generali Interalleati nella loro qualità di impiegati di detti Quartieri Generali.”

Nel 2009, invece, era stata l’Agenzia delle Entrate a chiarire, con la risoluzione n. 285/E, che l’articolo 8 in questione andava riferito “ai soli stipendi ed emolumenti percepiti in costanza del rapporto lavorativo” e non anche agli importi equivalenti alla pensione di anzianità.

Di diverso parere nel 2017 la Commissione Tributaria Provinciale di Vicenza che, chiamata dalla ex dipendente N.A.T.O. a pronunciarsi sul diniego di rimborso da parte del Fisco, ha accolto le tesi del difensore della contribuente, statuendo che la risoluzione del Fisco del 2009 non può derogare alle condizioni dei lavoratori stabilite dall’articolo 8 del D.P.R. 2083 del 1962, che è legge dello Stato.

Così alla contribuente, con sentenza pubblicata il 5 dicembre 2017 è stato riconosciuto il rimborso delle somme di Irpef indebitamente trattenute dal Fisco italiano relative agli ultimi 4 anni. Il rimborso per gli anni precedenti è ormai caduto in prescrizione.

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