CRV – “Gli Assessori regionali Bottacin e Lanzarin relazionano via streaming all’Assemblea Legislativa sull’emergenza coronavirus”

CRV – “Gli Assessori regionali Bottacin e Lanzarin relazionano via streaming all’Assemblea Legislativa sull’emergenza coronavirus”

(Arv) Venezia, 31 mar. 2020 – Oggi pomeriggio, per la prima volta in mezzo secolo di storia, l’Assemblea Legislativa veneta si è riunita esclusivamente in forma telematica: i consiglieri regionali erano collegati in videoconferenza. E’ stato assicurato un collegamento con la sede della protezione civile di Marghera: sono intervenuti gli Assessori Bottacin e Lanzarin.

Dopo l’introduzione dei lavori da parte del Presidente Ciambetti, l’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha presentato una informativa, aggiornata alle ore otto di questa mattina, in merito all’emergenza in atto.

“Abbiamo fatto 105mila tamponi, un numero assolutamente rilevante” – ha esordito l’Assessore – 8159 sono i positivi, con un incremento, rispetto a ieri sera, di 158 unità; 477 sono purtroppo le persone decedute: però il numero tiene conto anche delle morti avvenute all’interno delle case di riposo (29), dove non è dimostrato lo stretto collegamento con il virus. 19945 sono le persone che si trovano in isolamento fiduciario presso le proprie abitazioni. Oltre 2mila sono i pazienti ricoverati presso le strutture ospedaliere: 356 in terapia intensiva; 1680 in area infettiva, semi intensiva e pneumologica”.

“Ricordo il percorso che abbiamo seguito nel dipanarsi di questa emergenza – ha continuato l’Assessore – Il primo caso di positività è stato certificato a Vo’ il 21 febbraio us, ma noi, già dal mese di gennaio, contestualmente alla proclamazione dello stato emergenziale a livello nazionale, avevamo già predisposto l’unità di crisi regionale e quella sanitaria, legate a ogni singola azienda. Quindi abbiamo chiuso l’ospedale di Schiavonia e sono stati fatti tamponi a tutti gli abitanti della cittadina euganea: più di 2200 abitanti. Abbiamo predisposto un apposito Piano strategico strutturato per fasi successive: è stato fatto un importante investimento per ricavare nuovi posti letto in terapia intensiva e semi intensiva, memori dell’esperienza della Lombardia. Siamo passati dai 494 posti, di cui 450 presso strutture pubbliche, agli attuali 825 posti in terapia intensiva, tutti coperti. Sottolineo che questo non vuol dire, purtroppo, che possiamo stare tranquilli: dobbiamo continuare a investire in ulteriori posti letto portando avanti un piano modulare. In terapia semi intensiva, da 85 posti siamo arrivati a un totale di 383 posti, quasi tutti occupati; in terapia infettiva, invece, ci siamo dotati di complessivi 1767 posti”.

“Presso ogni Azienda Sanitaria abbiamo individuato presidi Covid Hospital, ovvero strutture dedicate esclusivamente al coronavirus – ha spiegato Lanzarin – che tuttavia non abbiamo attivato subito, ma solo quando si sono palesate concrete esigenze assistenziali. Faccio presente che questi poli dedicati sono stati chiusi a tutte le normali attività ospedaliere, eccezion fatta per la dialisi e poco altro, lasciando solo un punto di primo intervento: i Covid Hospital sono a pieno regime, completamente funzionanti. Il piano che abbiamo predisposto ci ha quindi consentito di offrire le necessarie risposte assistenziali a oltre 2mila pazienti. E voglio rassicurare alcuni sindaci: tutti gli ospedali Covid, al termine dell’emergenza, torneranno al regime originario, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla normale programmazione socio sanitaria e dalle schede ospedaliere; forse funzioneranno anche meglio di prima”.

“Abbiamo anche provveduto a riaprire quattro ospedali dismessi: a Valdobbiadene, Monselice, Bussolengo/Isola della Scala, Zevio, ricavando ulteriori 740 posti letto; ma saranno messi a disposizione solo in caso di eventuale futura emergenza. Ringrazio la protezione civile per il grande lavoro svolto, rendendo possibile tutto questo”.

“Sono stati attivati diversi moduli di ospedali di comunità – ha ulteriormente informato l’Assessore alla Sanità – per offrire ospitalità a quei pazienti che, pur essendo in grado di uscire dalla terapia infettiva, hanno ancora bisogno di assistenza. Ricordo che già all’inizio della crisi abbiamo provveduto ad autorizzare 525 assunzioni di personale sanitario; successivamente, le nuove norme governative emanate, più flessibili in materia, ci hanno permesso di aprire le assunzioni anche ai medici laureati e abilitati, ma non ancora specializzati, peraltro nel solco di quanto già previsto da una nostra deliberazione; è stato subito predisposto un bando, attraverso Azienda Zero, per reclutare 673 professionisti: medici, infermieri, Oss. Sono 550 le unità già assunte”.

“E’ stato fatto un importante investimento per assicurare un numero maggiore di tamponi – ha sottolineato Lanzarin – potenziando i reparti di Microbiologia; siamo passati da una capacità di circa 3500 tamponi giornalieri a 10mila, con ulteriori 7mila che saranno resi possibili grazie a una nuova macchina che si sta allestendo a Padova. Però abbiamo un problema, peraltro presente a livello mondiale: mancano i kit e gli agenti. Sono attualmente in coda circa 5mila tamponi non ancora processati a Padova. Abbiamo investito nei kit rapidi e autorizzato test sierologici, secondo un progetto redatto dalle Università di Padova e Verona: eseguiremo i test sul personale sanitario operante nelle aziende e nelle case di riposo”.

“La priorità assoluta dei tamponi va alle case di riposo – ha voluto precisare Manuela Lanzarin – Sarà subito avviata una capillare indagine epidemiologica per individuare gli asintomatici e poterli così mettere in isolamento; procederemo allargando progressivamente il cerchio delle persone controllate: prima i familiari conviventi con la persona positiva, quindi i soggetti che hanno avuto contatti stretti, per passare alle persone che hanno intrattenuto frequentazioni occasionali, infine i colleghi di lavoro… Ricordo che già la prima ordinanza firmata da Luca Zaia aveva posto precise limitazioni all’accesso presso le strutture residenziali; questo prima delle disposizioni prese a livello nazionale. E il 16 marzo us, abbiamo dato precise indicazioni: tenere in isolamento i positivi, evitare percorsi misti di assistenza, chiudere l’accesso alle strutture. Ma ripeto: la nostra priorità è fare il tampone a tutti i pazienti ricoverati e isolare le persone positive. Ci siamo attivati affinché siano formate apposite equipe sanitarie in grado di fornire supporto presso le strutture che dovessero trovarsi in difficoltà per l’elevato numero di pazienti contagiati e per poter isolare le persone negative. E abbiamo aperto alla sperimentazione di sei farmaci autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco, in primis quelli funzionali a curare l’artrite reumatoide. Un apposito protocollo permetterà anche la sperimentazione domiciliare, con somministrazione, solo nelle prime fasi del contagio, di farmaci antimalarici”.

E’ intervenuto anche l’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin: “Ringrazio la nostra protezione civile per il grande lavoro di supporto che sta garantito durante questa emergenza – ha esordito l’Assessore – rapportandosi quotidianamente con Angelo Borrelli e con il neo commissario per l’acquisto e le spedizioni alle regioni di materiale sanitario. La squadra della protezione civile  fornisce supporto anche per quanto riguarda la logistica sanitaria: abbiamo già attivato quasi 20mila giornate- uomo di volontariato; sono state montate 115 tende, fuori dagli ospedali, per effettuare il triage e altre operazioni; garantiamo i trasporti da e verso Roma, verso Azienda Zero, le Prefetture e i comuni, dove sono in distribuzione le mascherine messe a disposizione da Grafica Veneta: con la spedizione di oggi siamo arrivati a 5 milioni di pezzi già distribuiti. Grazie al lavoro di 500 volontari, nell’arco di 5 giorni abbiamo aperto quattro ospedali dismessi, per un totale di 740 posti letto dislocati in tre province diverse. Abbiamo effettuato una ricognizione di alloggi, presso strutture pubbliche e private, per poter far fronte a eventuali future situazioni emergenziali. Siamo in collegamento quotidiano con il comitato operativo del coordinamento nazionale”.

Sono seguiti diversi interventi da parte dei consiglieri regionali, con la richiesta di chiarimenti agli assessori.

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(Consiglio Veneto)

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