“Grazie, Signore, per questi doni”: il messaggio del Vescovo per le ordinazioni

Ci sono giovani che rispondono al Risorto che li chiama. E questa è una buona notizia: è Vangelo. Tanti quanti essi sono, nelle differenti forme e storie di vita, sono ciascuno un segno di speranza. Un dono alla Chiesa, un dono al nostro tempo.

Siamo insieme al cospetto di una bella forma di generosità. Non è certo l’unica, no, ce ne sono così tante – e anche tante nascoste – che dovremmo cantarne la lode a ogni istante, in ogni momento della vita. Quante storie che, apparentemente semplici, fanno brillare la bellezza della vita, ne mostrano – pur nelle difficoltà, a volte anche nei drammi – la profondità di eterno che ciascuna possiede, solo che si lasci accogliere e spendere come un dono.

Oggi sono loro – don Samuele, Mattia e Riccardo – che diranno il loro sì davanti a me e a tutta la Chiesa per vivere da sacerdote e da diaconi. Pochi giorni fa sono state Beatrice e Cristina che hanno fatto la loro prima promessa nelle Discepole del Vangelo, fra qualche giorno sarà Maria a consacrare la sua vita al Signore nel servizio diocesano assieme alle Cooperatrici diocesane. Ricordo loro, in questa occasione, ma penso anche a tutte le giovani e i giovani in formazione, in ricerca, a quelli che da poco hanno donato la loro vita al Signore o a quelli che si apprestano a farlo.

Penso a tutti coloro che si stanno interrogando, che sono alla ricerca. Penso anche a chi ancora non sa quanto può essere bella l’esistenza vissuta come risposta a una Parola e a uno sguardo d’amore.

In questi giorni sono particolarmente grato al Signore perché ha chiamato me a essere lo strumento che rappresenta tutta la Chiesa in momenti così importanti per l’esistenza di questi fratelli e sorelle. Non è certo per una qualche mia abilità che tocca a me presiedere l’ordinazione, o accompagnare la consacrazione. Il mio compito non dipende nemmeno dalla mia fedeltà, ma soltanto dal dono ricevuto, a mia volta, per l’imposizione delle mani e per l’unzione. Davvero: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8).

Alla Chiesa di Treviso vorrei chiedere di ringraziare di cuore il Signore di questi doni. Vi prego, non pensate a che cosa ci serviranno, se sono tanti o pochi rispetto ai bisogni, se saranno capaci di rispondere a tutte le sfide che saranno chiamati ad affrontare.

Provate, invece, a vedere il Signore Crocifisso e Risorto così come lo stanno vedendo loro adesso, con quel «non so che» stupito e meravigliato che solo l’amore può svelare, e che deve essere scorto, almeno nel momento di promettere la vita.

Sacerdoti, consacrati, consacrate, guardate ancora una volta alla vostra vocazione, alla vostra risposta a Dio con lo stesso sguardo luminoso di questi giovani che ora osano intraprendere, assieme al Signore, la nuova avventura.

E tu, Chiesa di Treviso tutta, riscopri la tua bellezza, in cui forse non sempre riesci a riconoscerti, in cui stenti magari talvolta a credere, ma che questi giovani hanno visto e vedono. Sì, perché è a te, proprio a te che essi dedicheranno la loro esistenza. Con te e in te si impegneranno a seguire il Signore per annunciarti, con fatti e parole, che Lui è vivo e opera e dà gusto e sapore all’esistenza.

Se sarai sempre più bella, accogliente con tutti, amica dei poveri, sincera nella lode, forte nel cammino, immagine del tuo Signore, anche altre e altri giovani potranno ascoltare la voce che chiama e rispondere, ancora e sempre: «Eccomi».

(Diocesi di Treviso)

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