IL COVID COLPISCE L’EXPORT DI VINO, PRIMO CALO IN 30 ANNI. COLDIRETTI: VENETO PRIMA REGIONE D’ITALIA PER PRODUZIONE

IL COVID COLPISCE L’EXPORT DI VINO, PRIMO CALO IN 30 ANNI. COLDIRETTI: VENETO PRIMA REGIONE D’ITALIA PER PRODUZIONE

IL COVID COLPISCE L’EXPORT DI VINO, PRIMO CALO IN 30 ANNI

COLDIRETTI: VENETO PRIMA REGIONE D’ITALIA PER PRODUZIONE

3 settembre 2020 – Con 11.059milioni ettolitri di vino, il Veneto è la prima regione vitivinicola in Italia. Lo conferma Coldiretti in merito ai dati diffusi oggi da Ismea sulle stime produttive che evidenziano, in prospettiva, anche una diminuzione a livello nazionale. In parallelo da una analisi ulteriore sui dati Istat, relativi ai primi cinque mesi dell’anno, si registra il calo delle vendite– commenta Coldiretti – del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus.

I primati regionali per prodotti certificati hanno conquistano un valore dell’export pari a 7,10 miliardi di cui 2,60 solo per il comparto wine contribuendo notevolmente al record storico italiano di 6,4 miliardi raggiunto nel 2019. La vendemmia in campo è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna che è stata per lungo tempo il principale cliente del prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo.

In Cina, dove il virus ha colpito per primo, il consumo di bottiglie tricolori fra gennaio e maggio 2020 è crollato in valore del 44%, nel Regno Unito – continua la Coldiretti – le vendite sono scese di quasi il 12% anche a causa delle incertezze e delle tensioni legate alla Brexit, la Francia ha ceduto il 14% mentre l’export in Germania e Stati Uniti, due dei principali mercati per l’Italia, è in leggero calo (- 1%).  Sul commercio nazionale con gli Usa – precisa la Coldiretti – è stato sventato per adesso il rischio dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Gli Stati Uniti – continua la Coldiretti – sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti.

Annata buona per la qualità e la quantità di raccolta delle uve – spiega Coldiretti –  influenzata però dalle misure di sicurezza anti contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri che – sostiene  Coldiretti – in passato contribuivano in modo significativo alle fasi di lavorazione e che, proprio dopo le avversità atmosferiche, potrebbero contribuire nelle aziende al ripristino dei danni subiti alle viti e alle piante da frutto nel veronese e nel vicentino, province particolarmente colpite. Per questo è necessario estendere a tutte le regioni i tamponi all’arrivo in Italia anche ai lavoratori nei campi provenienti dall’estero come è già stato fatto in Trentino Alto Adige che ha dato il via libera ai test sui collaboratori agricoli giunti da altre parti del mondo che potranno così partecipare da subito alle attività di raccolta. In questo modo anche gli stagionali dalla Romania e Bulgaria, provata la negatività al Covid19, potrebbero svolgere da subito il loro lavoro.  “In questo contesto – conclude Coldiretti – almeno 4mila posti tra le vigne potrebbero essere disponibili con una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Occorre ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestivo accesso all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa per in cittadini in questo periodo di crisi”.

(Coldiretti Treviso)

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