L’assessore De Martin alla commemorazione dei Sette Martiri di Venezia

Si è svolta, questo pomeriggio a Venezia, la commemorazione dell’eccidio dei Sette Martiri, avvenuto il 3 agosto 1944 per mano nazista. In ricordo delle vittime, un corteo si è radunato alle 18 davanti alla sede dell’associazione promotrice ANPI in via Garibaldi ed è poi partito alla volta di Riva dei Sette Martiri, dove ha avuto luogo la commemorazione ufficiale davanti alla lapide. È intervenuto l’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin, in qualità di rappresentante dell’Amministrazione comunale, insieme alla presidente dell’ANPI Venezia – Sezione 7 Martiri, Enrica Berti e al membro del consiglio direttivo, Nicola De Lorenzo Poz. A concludere il ciclo di interventi di commemorazione il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Marco Borghi.

La cerimonia ricorda i fatti di quel tragico 3 agosto 1944, giorno in cui sette prigionieri politici di Santa Maria Maggiore furono uccisi per rappresaglia dai nazisti. L’evento scatenante fu la scomparsa di una sentinella tedesca di motovedetta, avvenuta il giorno prima, che fu imputata, erroneamente, ai gruppi partigiani. Subito fu ordinata la perquisizione delle case di via Garibaldi, area notoriamente antifascista, che però non portò al ritrovamento della sentinella scomparsa. Così le pattuglie tedesche rastrellarono oltre 500 persone della zona e le costrinsero ad assistere all’esecuzione dei sette detenuti. Questi furono allineati e legati tra loro in quella che oggi è chiamata, in loro ricordo, Riva dei Sette Martiri, quindi fucilati dai soldati tedeschi. L’eccidio è avvenuto pochi giorni dopo quello dei Tredici Martiri di Ca’ Giustinian, ma ha caratteristiche diverse. A differenza di quello dei Tredici Martiri, infatti, l’eccidio del 3 agosto 1944 è avvenuto in presenza della folla, in quanto i tedeschi volevano servisse come monito alla popolazione di via Garibaldi, per incutere terrore, reprimere il sentimento di resistenza e la libertà. Come ha ricordato l’assessore Massimiliano De Martin, oggi si celebra “l’alto valore della libertà a cui molte donne e uomini si sono immolati per permettere ad altri di conoscerlo e viverlo fino in fondo, per generare la speranza di un futuro migliore”.

“Lasciamo traccia con la nostra testimonianza affermando il ruolo che ha il dialogo, unico volano per migliorare le nostri condizioni di vita e arrivare a decisioni collettive condivise – ha aggiunto De Martin – La tenuta di una comunità, nazionale e locale, non può non passare attraverso il ricordo e la consapevolezza della propria storia e delle proprie radici, e attraverso la celebrazione di quei gesti e di quelle azioni volte al bene comune che hanno portato alla sua costruzione per consegnare ai suoi figli e alle generazioni future una Repubblica fondata su valori di uguaglianza, di solidarietà e di libertà”. Infine un cenno al ruolo della giustizia “deve rimanere cardine, nelle sue più ampie autonomie, nelle dinamiche in una comunità democratica che fonda le sue radici nella reciprocità, nella convivenza e nel rispetto dei codici”.

“La commemorazione dei Sette Martiri ha un significato particolare per ogni comunità perché testimonia un prima e un dopo, il prima con il fascismo, che negava libertà e parola, e il dopo che porta con sé la democrazia che conosciamo. La tragedia dei Sette Martiri è sicuramente uno dei vettori che ha permesso che la democrazia diventasse il bene comune attuale”, ha concluso il presidente Borghi.

Durante la commemorazione sono state ricordate tutte le vittime del tragico evento. Si tratta di Aliprando Armellini, 24 anni, di Vercelli; Gino Conti, 46 anni, di Cavarzere; Bruno De Gasperi, 20 anni, di Trento; i fratelli Alfredo Gelmi, 20 anni, e Luciano Gelmi, 19 anni, sempre di Trento; Girolamo Guasto, 25 anni, di Agrigento; Alfredo Vivian, 36 anni, di Venezia.

(Comune di Venezia)

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