Inaugurata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la mostra “Tiziano 1508. Agli esordi di una luminosa carriera”

Nel 1508, in una Venezia dominata dalla fama di pittori quali Bellini e Giorgione, inizia a emergere la figura di Tiziano che presto oscurerà entrambi per notorietà. Proprio in quell’anno il giovane artista di Pieve di Cadore, quasi ventenne, intraprende una carriera pubblica che lo avrebbe, di lì a breve, trasformato nel pittore ufficiale della Repubblica Serenissima e in un punto di riferimento per la storia dell’arte dei secoli successivi.

A ripercorrere questo preciso momento, in cui si data, secondo la testimonianza di Vasari, l’opera l’Arcangelo Raffaele e Tobia, è dedicata la mostra “Tiziano 1508. Agli esordi di una luminosa carriera” allestita dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e curata da Roberta Battaglia, Sarah Ferrari e Antonio Mazzotta.

L’inaugurazione questa mattina alla presenza del consigliere delegato “Città di Venezia, cultura: progetto futuro” Stefano Zecchi, del direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia, affiancato dai tre curatori, del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Il percorso espositivo – è stato sottolineato – si focalizza sui primi anni dell’attività di Tiziano, analizzando il periodo appena prima e subito dopo l’ anno 1508, anno in cui prese anche forma l’ impresa decorativa esterna ad affresco del Fondaco dei Tedeschi, e racconta la capacità dell’artista di assimilare componenti culturali diverse – in particolare giorgionesche, düreriane e michelangiolesche – e di indirizzare il linguaggio pittorico veneziano verso una commistione di naturalismo e classicismo.

La mostra, allestita nelle sale al pianterreno delle Gallerie, propone 17 opere autografe di Tiziano e una decina di confronti con dipinti, incisioni e disegni di autori a lui contemporanei come Giorgione, Sebastiano del Piombo, Albrecht Dürer e Francesco Vecellio.

“E’ una mostra di studio, di ricerca, di approfondimento, che approfondisce un momento particolare della cultura artistica e valorizza la storia di una città che ha costruito educazione estetica” ha evidenziato il consigliere delegato Zecchi. “Un valore che deve dare fiducia a chi è giovane. E’ l’immagine di una Venezia vera, che sa fare cultura, che non è solo vetrina, e ha sempre la capacità di rigenerarsi attraverso le sue tradizioni. Di Venezia si parla spesso in occasione di situazioni di criticità, dell’acqua alta, dei flussi turistici fuori controllo. Questa città ha un’energia creativa che tante volte viene nascosta o poco valorizzata. Il lavoro svolto dalle Gallerie dell’Accademia è la testimonianza che in questa città sia possibile una prospettiva diversa. Dove c’è bellezza c’è sempre la costruzione di un progetto, di un’utopia. Ringrazio le Istituzioni nazionali per la vicinanza”.

Tra i lavori esposti ci sono importanti prestiti, per esempio la grande stampa del Trionfo di Cristo della Bibliothèque nationale de France, il Cristo risorto degli Uffizi, la Madonna con il Bambino tra sant’Antonio da Padova e san Rocco del Museo del Prado e il Battesimo di Cristo dei Musei Capitolini.

Molte opere – hanno evidenziato i curatori – sono state riscoperte grazie a nuove ricerche, indagini scientifiche e restauri.Un lavoro che ha portato a interessanti rivelazioni, come nel caso della tavola l’Angelo con tamburello, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma ed esposta per la prima volta in una mostra.

L’esposizione resterà aperta al pubblico dal 9 settembre al 3 dicembre 2023. Per comprendere meglio Tiziano e la sua epoca, le Gallerie proporranno anche un ciclo di incontri sulla sua figura e sulla sua produzione con interventi di esperti internazionali.

(Comune di Venezia)

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