Settimana sociale: la sfida della partecipazione

Ci sono dei buoni, fondati e urgenti motivi per accettare la “sfida” della partecipazione, lanciata dalla trentasettesima Settimana sociale dei cattolici trevigiani, con lo sguardo rivolto all’appuntamento nazionale di Trieste 2024, appunto incentrato, come quello diocesano, sulla democrazia e la partecipazione.

Sfida che, nel nostro territorio (vedi scheda in alto a destra) si materializzerà con laboratori tematici, con i prossimi eventi promossi dai soggetti che aderiscono al Network del Bene comune e con una “ripresa” primaverile della stessa Settimana sociale trevigiana.

agenzia foto film treviso settimana sociale 2023_vescovo Tomasi

I “buoni motivi” derivano, anzitutto, dal nostro essere cristiani, testimoni del Risorto, come ha messo in evidenza, nell’intervento introduttivo, martedì 26 settembre, il vescovo Michele Tomasi, parlando degli apostoli che sono stati “raggiunti e stanati” per uscire dalle loro chiusure e paure. Il Vescovo ha, poi, fatto riferimento al volto dei cristiani dei primi secoli, tratteggiato dalla Lettera a Diogneto. Il celebre testo, dapprima, ribadisce ciò che i cristiani hanno in comune con tutti gli altri, partecipando a pieno titolo alla cittadinanza. Nella seconda parte emerge “l’altra città”, lo specifico del cristiano che “agisce con amore e ricrea il mondo”. L’“altra città” non giustifica la fuga, anzi la città do tutti è il posto dei cristiani. E’ così anche oggi. “Come il Risorto si lascia incontrare” nella politica, nell’economia, negli altri ambiti e ambienti di vita? Come trovare “modi nuovi, coerenti, testimoniali, da discepoli del “Risorto”? Stare nell’esistenza e nella storia da discepoli di Cristo “cambia, cambia molto”.

agenzia foto film treviso settimana sociale 2023_Giovanni Grandi

Nella nostra terra lo hanno sperimentato tanti uomini e donne. Tra questi, il Vescovo ha citato il beato Giuseppe Toniolo e il cardinale Pietro Pavan. Il cammino sinodale che stiamo vivendo può essere una grande opportunità per camminare insieme su questa strada.

I “buoni motivi” per partecipare, poi, derivano anche dalle sfide attuali, dalla situazione della società italiana. Lo ha messo in evidenza, nel suo intervento, il filosofo Giovanni Grandi, che, come il vescovo Michele, fa parte del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali nazionali.

La partecipazione, oggi, appare in crisi, ha osservato il relatore. Lo si vede dal calo della partecipazione al voto, ma non solo. Le associazioni culturali e di volontariato della quale fa parte il 10% della popolazione (dato non elevato, ma stabile) fanno sempre più fatica a trovare persone che si assumano responsabilità. “Dove sta il punto di crisi? – si è chiesto Grandi -. Proprio sulla partecipazione. E’ forte l’attenzione per il fare, meno a reggere le strutture, c’è allergia alle riunioni, a certi riti che sembrano bizantini. E’ in crisi l’idea che sia un valore il ritrovarsi e progettare insieme. L’individualismo è penetrato anche nell’ambito dell’impegno, anche nelle nostre strutture”.

Invece, la democrazia è la “formula dello stare insieme”. Il filosofo personalista Jacques Maritain mette al centro il corpo politico, non lo Stato. La democrazia è un progetto da realizzare insieme”.

Inoltre, “il principio della democrazia sta nel futuro, un futuro da costruire insieme. Altrimenti, la democrazia diventa un recinto per garantire i nostri progetti individuali”. Ecco rispuntare, ancora, l’individualismo.

Sempre Maritain ammoniva che in tempi di crisi smettiamo di guardare al futuro e ci volgiamo al passato. Si riaffaccia il concetto di Nazione, il nostro comune passato. Grandi ha accennato a un altro grande tema, quello delle riforme, per dire che “la proposta del presidenzialismo privilegia l’efficacia, prima dell’essere comunità civile”. Se questa è la situazione, la principale urgenza è “rimettere le persone a lavorare insieme”. Vale per la società – ecco il cammino verso la Settimana sociale di Trieste -, vale anche per la stessa Chiesa: “Dai cammini sinodali arriva una risposta forte. E proprio da questi cammini può arrivare un aiuto alla democrazia”, ha concluso il relatore.

Bruno Desidera – articolo in uscita nella “Vita del popolo” del 1° ottobre 2023

(Diocesi di Treviso)

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