A queste parole ella fu molto turbata

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B Lc 1,26-38

L’annunciazione di Collier ci disorienta, vi ritroviamo i codici simbolici tradizionali: i gigli, la finestra chiusa, le ali dell’angelo … ma insieme è troppo contemporanea, ambientata in un sobborgo americano, con una Maria adolescente che indossa l’uniforme scolastica e sembra voler nascondersi dietro quel libro troppo piccolo. Eppure questo disorientamento ci costringe a cercare la vita negli episodi evangelici togliendovi quella patina dorata in cui spesso li soffochiamo (don Luca Vialetto).

John Collier,”Annunciazione” 2000, Chiesa di San Gabriele, McKinney – Texas.

Iscrizione funeraria di Quintus Aemilius Secundus.

L’opera è stata ritrovata nel 1880 in una casa sull’isola della Giudecca, dove era utilizzata come davanzale di una finestra. L’iscrizione racconta la vita e la carriera militare e politica di Quintus Aemilius Secundus, che partecipò al censimento della popolazione della città siriana di Apamea mentre il governatore della provincia era un certo Quirino. Tale censimento è probabilmente lo stesso nominato nel Vangelo di San Luca. E’ a causa di questo censimento che, secondo il Vangelo, Giuseppe e Maria dovettero andare a Betlemme (don Luca Vialetto).

Finestra della Pace in copertina di La Vita del popolo

La finestra della Pace è una vetrata, realizzata nel 1964, di circa 3 metri x 6 che è un inno alla pace universale. Il disegno ed il progetto della finestra furono donati da Chagall (con il contributo dei funzionari e dipendenti Onu per la realizzazione materiale su vetro) in memoria dello scomparso segretario delle Nazioni Unite Dag Hammarskjold, morto in un disastro aereo misterioso insieme ad altre 15 persone tra colleghi diplomatici e membri dell’equipaggio. Fonte di ispirazione per il soggetto è l’oracolo sull’Emmanuele di Isaia al capitolo 11 di cui val la pena riportare almeno la parte centrale del testo: “ … 6Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. 7La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. 8Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. …”

Il repertorio immaginifico, artistico e spirituale, di Marc Chagall traduce le immagini del profeta con il suo caratteristico bestiario fiabesco e simbolico capace di rappresentare la ritrovata mansuetudine degli animali tra orso ed asino, leone ed agnello e persino tra il cucciolo d’uomo e l’ancestrale genetico nemico il serpente.

Ma la profezia di Isaia, nell’interpretazione di Chagall, è anche annuncio, in chiave evangelica, della Nuova Gerusalemme e della Parusia (Il ritorno di Gesù Cristo Morto e Risorto) per l’armonia e la pace sulla terra. La figura centrale del profeta divide idealmente la vetrata in due parti: sul lato sinistro, in un universo pacificato, umani e animali galleggiano a caso beati. Sul lato destro un gruppo di esseri umani si ammassa attorno alla croce di Cristo. Il gruppo sembra provenire da una città murata in lontananza (la nuova Gerusalemme). Sopra questa città un grande angelo distribuisce i Dieci Comandamenti. Questa Finestra della Pace, come altri capolavori biblici del maestro russo naturalizzato francese, sembra un’opera creata a partire da quei reiterati sogni spirituali sulla Bibbia di cui narra lo stesso artista, nei suoi scritti (don Luca Vialetto).


(Diocesi di Treviso)

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