Domenica delle Palme: dal Vescovo l’invito a prendere la croce e a seguire Gesù, che dona vita in eterno

E’ un appello a seguire Gesù sulla via della croce, per risorgere con lui, e a disarmare i nostri cuori e le nostre coscienze, quello che arriva dal vescovo Michele nella celebrazione della domenica delle Palme in cattedrale.

La preghiera e la benedizione dei rami di ulivo accanto al Battistero e poi la processione in piazza Duomo e l’ingresso in cattedrale, nel ricordo dell’entrata di Gesù a Gerusalemme. Dopo avere ascoltato la proclamazione della Passione secondo l’evangelista Marco, il vescovo ha voluto sottolineare alcuni aspetti del testo e invitando a “contemplare lui che vive tutto questo per noi, per il suo amore per noi e perché noi possiamo avere vita in pienezza”. La pienezza di una vita che è inesauribile e quindi “non è bloccata e catturata nemmeno dal tempo che passa: questo è il dono che riceviamo nella risurrezione. E’ una parola efficace questa e l’abbiamo ascoltata con attenzione, l’abbiamo lasciata entrare nella nostra anima. Portiamola – l’appello del Vescovo – anche nella nostra mente, in questa settimana che viene che, almeno per i cristiani, dovrebbe essere il centro, il momento in cui contempliamo davvero, con una scansione anche impegnativa di giorni, la sua vicenda di passione, morte e risurrezione, per poterla vivere poi nei nostri giorni”.

E ricordando l’atteggiamento di coloro che vedevano Gesù sulla croce e lo prendevano in giro chiedendogli di scendere e dimostrare la propria divinità, la propria potenza, il Vescovo ha ricordato che si tratta di domande che noi facciamo spesso al Signore, quando gli chiediamo di “essere su misura dei nostri desideri, dei nostri bisogni, delle nostre passioni. Carissimi, lo dico a me ma lo dico a tutti noi, il segno vero è che lui sulla croce è rimasto, è che lui la sua vita l’ha donata, anche di fronte alle provocazioni più grandi, che lui ha creduto che quel dono di sé era il centro della storia dell’uomo e dell’universo: è lì che lui ci salva e quello è il grande miracolo perché lì ha manifestato l’amore di Dio, lì lui ci ha fatto vedere come Dio è e come agisce nella storia”.

“Per questo – ha aggiunto mons. Tomasi -, ho chiesto, prima della processione, la preghiera per la pace: almeno il disarmo delle nostre menti, dei nostri cuori e delle nostre coscienze. Smettiamo di credere che, mettendo al centro noi stessi e usando quella piccola o grande forza che abbiamo, risolviamo le cose e ci doniamo vita. La vita è dono gratuito, ci è data, è data a tutti e si manifesta nella sua pienezza lì sulla croce. Con Gesù che lì resta. E solo perché resta lì, la morte non lo ha più in suo potere, solo perché resta lì la vita vince, solo perché resta lì Cristo risorge e fa di noi dei risorti. Prendiamo con lui la nostra Croce e seguiamolo. E’ dono faticoso, sì, ma è dono che dona vita, davvero vita in eterno”.

(Diocesi di Treviso)

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