“Siate pietre vive per costruire la comunità cristiana”: il compito di papa Francesco ai cresimati trevigiani

Sono tornati a casa con dei compiti impegnativi, ma molto belli, e ad affidarli loro sono stati papa Francesco e il vescovo Michele. I 1.500 ragazzi e ragazze cresimati della diocesi di Treviso, che sono stati al pellegrinaggio di tre giorni a Roma, hanno accolto con entusiasmo il saluto del Papa all’udienza della mattina di mercoledì 3 aprile: “Con la forza dello Spirito Santo che nella Cresima vi conferma come battezzati, figli di Dio e membri della Chiesa, possiate essere pietre vive per costruire la comunità cristiana”.

Accompagnati dal vescovo, Michele Tomasi, da una trentina di sacerdoti, da alcune cooperatrici pastorali, oltre che dai propri catechisti e catechiste, hanno concluso in piazza San Pietro una “tre giorni” diventata ormai una tradizione e che ogni anno registra un nuovo record di partecipazione (ben 27 i pullman partiti quest’anno), anche grazie a un’organizzazione che comincia mesi prima, con l’impegno dell’ufficio diocesano per l’Annuncio e la catechesi e del Seminario.

Tre le tappe delle giornate romane: nella basilica di San Paolo fuori le mura, lunedì 1° aprile, alla scoperta di una bella compagnia di santi; il percorso tra il Colosseo e la basilica di San Pietro, con le catechesi dedicate a tre doni dello Spirito Santo: la Sapienza, la Fortezza e il Consiglio e la messa presieduta dal Vescovo; fino a mercoledì, con l’udienza di papa Francesco. Oltre al compito affidato dal Papa, ragazzi e ragazze hanno accolto l’invito che il vescovo Michele ha rivolto loro durante la messa di martedì sera nella basilica di San Pietro, davanti alla tomba dell’apostolo, “il centro di tutta la nostra Chiesa”. “Gesù Cristo è il Signore, maestro e amico, sostegno della nostra vita – ha detto mons. Tomasi -, perché ci ha chiamati per nome, come ha fatto con Maria Maddalena, che per questo lo ha riconosciuto risorto. Noi non siamo insieme per caso, siamo tutti uniti dallo stesso amore, dallo stesso Spirito, dallo stesso legame. Lui ci ha voluti dall’eternità insieme a professare il suo nome. E professando la nostra fede proclamiamo che Gesù Cristo è il Signore perché siamo mossi dallo Spirito: significa che lui è importante per la mia vita, per la vita di ciascuno: è lui che ci aiuta nella gioia e ci guida nelle difficoltà, è lui che orienta le nostre scelte e illumina il nostro modo di vedere il mondo, e proprio lo Spirito ci aiuta a vederlo come lo vede Dio. La verità delle persone umane e dei popoli è la pace”.

“Il giorno di Pentecoste erano tremila le persone battezzate dagli apostoli. Noi qui siamo più di 1.500. Ciascuno, al ritorno a casa – il compito del Vescovo ai giovanissimi e alle giovanissime -, scelga un amico e gli annunci la bellezza della vita nella comunità cristiana, la bellezza della vita che si dona: diventeremo 3.000 e molti di più, fino ai confini della terra, e potremo gioire insieme, sentendoci chiamati per nome e rispondendo: Signore, mio maestro, mi fido di te, cammino con te, ti voglio bene”.

(Diocesi di Treviso)

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